sabato 28 novembre 2009

Don Rodrigo.

Allora gli sposi promessi dovevano maritarsi. Umili sì ma un onesto lavoro lo avevano tutti e due. Anche quella cretina di Lucia aveva uno stipendio, pensa! Semplici creature gli innamorati manzoniani, che mai pensavano che tanto ci si mettesse in mezzo per non farli vivere e dormire insieme tutta la vita. Invece un crudele Don Rodrigo smuove mari e monti per dispetto, per un vezzo, per far vedere che lui ce lo aveva più lungo di tutti. E i due si separano, rischiano la vita, il carcere e la perdizione.Finchè non si rincontrano nella tragica scena della peste che finalmente fa crepare Don Rodrigo e rinnovano la loro promessa d'amore. Nella mia versione del romanzo manzoniano Don Rodrigo è la precarietà di soldi e lavoro che proprio quando ti metti un po' tranquillo e pensi ce la posso fare, ti mette i bravi al bivio della strada che ti sussurrano "Questo matrimonio non s'ha da fare..."!
Questo matrimonio anche solo con una frisa e due fichi "cucchiati*" si farà! Anche con un vestito da Zara a 50 euri. Certo si è dispersa d'incanto la serenità e l'allegria sapendo che anche il prossimo anno che fa rima con il mio cognome non si prospetta come l'anno del boom economico. Siamo abituati, veramente, a vivere con niente. Cioè a farci bastare l'indispensabile. Io sono alla ricerca di lavoro. Come sempre. Soltanto che forse anche in base al bioritmo emotivo, che sarà a meno 100, ci sono i momenti di grande depressione-vedotuttonero-voglioche gli alieni mi rapiscano e mi portino in un'altra dimensione-voglio sparire. E le previsioni che dicevano che pioveva, invece ci sta il sole, mi fa immensamente girare le palle. Forse dovrei uscire invece sono avvoltolata nel piumone ad odiare il mondo. A pensare cosa fare per cambiare le cose e se ne ho veramente voglia, coraggio, forza. Una giornata no.
Che se ce lo avessi davanti io Don Rodrigo un calcio nelle palle non glielo eviterebbe neanche tutto l'esercito dei bravi al suo comando.
E poi... ma ce lo avrà mai fatto un pensierino Lucia che se glie la dava si risparmiava addioai monti-monaca di monza- rapimento dell'innominato e la vita da badante a quei due rimbambiti di Ferrante e Prassede?
Certo Lucia la mentalità da manager di profitti e ricavi non sa proprio cosa sia!

*cucchiati: fichi secchi, aperti a metà per seccare, poi riuniti con in mezzo, a scelta, mandorla, cioccolato fondente, scorzetta di limone. Da ricordare che in Puglia da me i frutti del fico si declinano al femminile...

mercoledì 25 novembre 2009

E adesso?

Allora, l'abbiamo detto a tutti o quasi.
E' troppo presto per fare le carte per le pubblicazioni.
E' presto per comprare i vestiti che sarà la mezza stagione e quindi aspettiamo le nuove collezioni (anzi anche i saldi perchèno?).
Non voglio l'abito da sposa. Voglio un vestito bello bello ma niente che sia da cerimonia. Rosa (no confetto!) o verde smeraldo o fucsia o giallo-giallo.
Forse un cappellino o un fiore nei capelli sciolti e ricci come sono sempre.
E delle belle scarpe, magari con il tacco ma di quelle che non fanno male (esisteranno anche per i miei piedi a barca, cordiale regalo genetico di papà!).
Per l'invito che graficamente faremo noi (che siamo giornalisti creativi a fare se no?) aspettiamo il luogo della festa se no a che serve?
Fedi? La cosa più semplice che esiste in platino.
Il posto dove sarà la festa lo vedrò giù a natale e spero sia disponibile e vada bene.

Noi siamo emozionati. Ale non dorme una notte su due. E si alza alle tre e mezza per pausa computer mentre io dormo beata e non mi accorgo di niente.
I genitori anche.
Gli amici chellodicoaffare!
La mamma di Ale isterica.
Perchè non ha ancora conosciuto i miei genitori.
Abbiamo deciso di sposarci  senza la "canoscenza" dei rispettivi genitori.
Emmè.
Abbiamo pensato tutti e due. Verranno giù al paese il giorno prima del matrimonio no?
Vabbè per non essere sempre contro-convenzionali abbiamo fatto parlare per telefono le nostre mamme e la mia santa-subito ha tranquillizzato gli animi, e forse verranno per prossimo ponte Immacolata (Sant'Ambrogio a Milano, San Nicola in nord-Europa). Così si mettono l'anima in pace. Forse questa sarà la tappa più pallosa di tutto l'iter matrimoniale. Ma tocca.
Poi il giorno dopo ci ubriachiamo e non ci ricordiamo più niente.

La festa che mi immagino è come un enorme pic-nic in campagna, un buffet di cibo assolutamente pugliese nel pieno della filosofia slow-food, dove tutti fanno come gli pare, un po' una sagra di prodotti tipici che dura fino a sera...
... ecco cosa voglio anche al mio marriage: una QUADRIGLIA COMANDATA!

Tipo la canzone di Vinicio Capossela "Al Veglione"... all'incontrè!!

venerdì 20 novembre 2009

Mettiamo in ordine le idee...

Allora praticamente l'ho detto a tutti, manca qualche parente che volendo eviterei anche ma il grosso è fatto. Se non lo dicevo mi rimangiavo per l'ennesima volta tutto.
Non so quante date abbiamo pensato, mi ricordo un maggio 2008 o 2009 perchè mi piacciono i numeri dispari, poi una pazzia da fare lo scorso agosto, poi boh e infine... ci siamo chiesti in sposo/a un milione di volte ma mai sul serio, neanche questa volta in fondo, ma come IO gli ho detto Ti AMO la prima volta tipo dopo una settimana (presto forse per gli standard ma così è stato), domenica mattina, dopo più di quattro anni da quella settimana, senza l'uso opportunistico del mio corpo voluttuoso (se no non valeva come ricatto sessuale!) ho detto"Vuoi sposarmi? Decidiamo la data!". E l'abbiamo fatto, tipo in cinque minuti. Istinto+razionalità+incoscienza+amore+voglia di fare una gran festa+riunire tutte le persone delle nostre vite+voglio essere tua moglie+amore amore amore tanto amore... questi gli ingredienti! Bene abbiamo deciso. Non abbiamo ancora fatto una cenetta romantica per suggellare ma la faremo presto. Non c'è nessun anello di fidanzamento. Ho solo chiamato officiante (farò che ci sposi amica L) e testimona (Romì). E tutti emozionalti ci siamo dati al consumismo domenicale chiamandoci marito e moglie e intervallando le cazzate al tipo di ricevimento che vogliamo, che viaggio farci, ai soldi del budget + aiuto dei genitori. E l'abbiamo detto a tutti. Lunedì sera ho preso coraggio per comunicarlo a mamma e papà. Mamma super felice, papà è caracollato sul divano ( ha detto la mamma) e se l'è presa perchè pensava di essere stato l'ultimo a sapere (è stato sempre così tranne questa volta!) ma poi è stato contento. Sorella1-Quellasimpatica sta già preparando i brindisi, sorella2-quella bella già si sta mettendo i soldi da parte, che già lo so avrà un vestito meglio del mio.

La cosa più bella è che tutti erano felicissimi ed emozionatissimi alla notizia. Veramente tanto amore correva sul filo (oddio non ci sono più fili ma non so come dire) del telefono e delle mail. Che mi ha ancora di più riempito il cuore.

E dopo cinque giorni siamo ancora emozionati che dormiamo male la notte e ci svegliamo tardissimo la mattina.

Ah volete sapere la data?
Il prossimo 30 aprile!
Vi voglio tutti

martedì 17 novembre 2009

Domenica e consumismo

Ci sono dei grandi cambiamenti in corso nella vita di Lola e Ale.
Grandissimi.
Cambiamo casa. Un trasloco a catena con famiglia L&D. Loro prendono in affitto una casa più grande causa-prole. Noi prendiamo casa loro. La casa della fertilità e dell'amore.
In quattro anni matrimonio e due pupi. Un record.
Diciamo che della crisi ce ne sbattiamo quindi pensiamo al futuro in maniera ottimista. Che è il sale della vita.
Allora domenica di spese. Ma anche se partiamo di buona lena, il nostro braccino corto e la nostra allergia ai negozi prende sempre il sopravvento. Cioè io ho comprato un ennesimo paio di pantaloni neri e una ennesima maglia color verde-petrolio-turchese-azzurro-coloredell'anno scollo a V arricciato. Neanche 50 euri. Ma la felicità è stata comprare la taglia 42 Eu! Yesss!
Ale un paio di jeans spero della sua taglia e non della mia (ora metto un paio di jeans che aveva comprato per lui prima dell'estate ma che a lui cadeva stile gggiovane a me va aderente ma va!!!) e un cappellino London style anni'80. In due appena 100 euri.
Ah no finalmente la mia ricerca di stivali da pioggia si è conclusa davanti agli stivali da cavallerizza neri da Decathlon. 13 euri e un po' alti al ginocchio (ciccione e valgo che ho) ma vanno più che bene!
Poi ci siamo fatti un giro veloce a vedere elettrodomestici che forse dovremmo comprare ma forse anche no, quindi poi si vede.

E poi ci siamo tuffati nel non-plus-ultra del consumismo stile ammericano: cena al finto diner oldunitedstates a base di hamburger e filmone neocatastrofista al multisala. Film "BUUUM" come dicevano i miei ex-coinquilini maschi.

Tutto il consumismo del mondo tutto insieme, tutto molto pop e mainstreaming intervallato da qualche frase e qualche commento e continue prese in giro reciproche...
... che... beh...
mi sa che ci siamo decisi.....


e che...
beh
marriage coming soon!!!

venerdì 13 novembre 2009

Dieta vs Voglia di cucinare: 0-2.

Io sono a dieta da più di un anno, almeno mentalmente. Ho perso tanti chili, lo sapete. Bisognava perderli.
Adesso sono sempre in sovrappeso (sono sotto la linea della disperazione "Obesità leggera"). Ma sono mooolto più figa! Me lo dicono tutti. Compro taglia 44 EU ( la 46-48!). Ed è una grande soddisfazione!
Ma vorrei perdere altri 5-6 chili. Ma mi sa che non se ne parla! Però da settembre-mesedei buoni propositi faccio cyclette e addominali 3 volte a settimana. Mi sento bene a sudare come un maiale per un'oretta! La serotonina dà soddisfazione. Ma la dieta e quel menù non riesco proprio a seguirlo alla lettera. Cioè io faccio colazione, pranzo e cena come scritto, anche la frutta come spuntino, ma poi...
E qualche quadratino di cioccolato fondente
E il dolce in due dopo la pizza margherita, che me la sono sempre concessa almeno una volta a settimana
E le M&M's da L., residuo della festa della figlia duenne, dopo pranzo risobianco e indiviabollita.
E cena da quegli amici di Ale, prosciuttocrudo-mozzarellinebufala-carciofifritti-oliveascolane-risottoaifunghi-scaloppinalimone-patatealforno... dopo partita bowling alla Wii: "Vi va dolcino al cuore di cioccolato fondente fuso?". Me lo chiedi pure? Io ho sempre avuto due stomaci, uno per i dolci che si apre dopo tutto il resto, e la dieta non ha ristretto nessuno dei due.
E oggi è SanMartino e faccio la focaccia.
E ci beviamo una bottiglia di novello in due.

E la bilancia prende polvere nascosta sotto il tavolino-appoggiavestiti in camera di letto.
E... tutto oggi ho cercato di non cucinare oltre il dovuto.
Ho fatto la cyclette, gli addominali e poi la doccia e massaggio con olio di mandorle antismagliature ( che smagliature di questo passo non lo so?) e poi... non ce l'ho fatta più!
Ho mezzo pacco di farina. Devo impastare.
Uno: la torta facile facile senza uova con yogurt e gocce di cioccolato.
Due: perche non provare una delle ricette di Cavoletto?
Pasta no, carne no, pesce non fa più parte della mia alimentazione causa intolleranze, dolci uhm...lieviti si lieviti!
Bagels, come vorrei morire di bagels a NY davanti alla vetrina di Tiffany... si dai!

Per cena mi mangio una bella zuppa di zuccagialla e ricotta, una cosa che poi mi piace eccome.
La torta è pronta e buona come sempre.
Ma i bagels!
Innanzitutto ho scoperto la mia vena profondamente anarchica a seguire qualsiasi tipo di rito, regola, devi fare prima così e poi così. Quindi anche una ricetta è una imposizione. Ma ci provo e credo di aver seguito tutto alla lettera. Ma tutto sembrano queste quattro ciambelle, che di bagel c'ha solo il buco (l'ho fatto bello grande maisia si chiudeva), basse, lievitate niente, dure, che metto a rischio i mille-euri di dentista dei denti davanti (che se gesù se me li facevi ricrescere per la terza volta sarebbe stato meglio per tutti!). Forse colpa della granella grossa di noci che ho messo a posto dei semi di sesamo? o dell'uovo spennellato con la forchetta che non ho il pennello da cucina?
Chissà.
Cioè il sapore è buono, ma domani la vaga morbidezza dell'appena-uscito-dal-forno sarà piucchè scomparsa. Vabbè la fortuna del principiante stavolta non mi ha accompagnato.

Il problema che ora dovrò riprovare...
E la dieta va a rotoli... cioè nei miei rotoli!
Aiutooooooo.

giovedì 12 novembre 2009

A 'dda passà a nuttata...

Beh si la piega che questa settimana aveva preso si è quasi subito raddrizzata!
Non mi sono poi così angosciata a non andare a lavorare per tregiorni-forseuna settimana nell'asilo nazi-montessoriano, a prendermi anche io la febbre maiala. La memoria e la rielabolazione delle cose altera (o forse restituisce il senso delle cose) e io di quell'asilo ricordo comunque un'atmosfera forse poco dolce per essere abitata da bambini che non arrivano a 36 mesi! Non so, troppa ansia di monitorare (osservare, osservare...) i bambini, questa attenzione veramente esagerata all'ordine, i giochi didattici che si va bene che devono essere fatti con logica, ma magari è un genio quel bambino che invece di mettere i cerchi in ordine dal più grande al più piccolo lo fa alternato, secondo un altro senso estetico! Forse perchè molti di quei bambini ricordavano ME! Precisa, brava, ordinata, che sa fare tutto subito, che parla bene, la gioia di tutte le maestre!
Che ppalle! Bionda e ricciola con gli occhi azzuri, una bimba da pubblicità, stonata come una campana rotta che però sul palco della scuola ci sta bene a cantare, cioè a cercare di farlo! Questo più o meno mi ricordo dell'asilo (uhmm, scuola materna che io il nido l'ho fatto con nonne e zie!).
Quindi rifiutato l'asilo però ho voluto mettere un po' in chiaro l'impegno ripetizioni e devo dire che è andata bene, cioè le american girls hanno un po' più bisogno di me e il padre a casa con la febbre a 39° ha detto che le lezioni non devono saltare e se capita magari si recuperano ( così il mio misero stipendio non oscilla paurosamente e magari riesco a pagarmi la parte di affitto e mi resta pure qualcosa). Lo so che parlare chiaro è sempre una buona cosa, ma per me in campo lavorativo ( ma non solo) mi viene sempre un po'difficile!

Quindi mi è ritornato il buonumore e il cuore pieno d'amore e di speranza, per il regalo fatto a Romì, per la birra e le patatine della cena post presentazione di martedì sera (oddio una vita che non uscivo in mezzo alla settimana, dopo il lavoro, e cacchio la gente esce anche di martedì!), per la visita di ieri ora di pranzo di L. e bimbotto (è il cicciobello perfetto!) e le chiacchiere per il trasloco a catena che ci vedrà protagoniste (oddio...!!!), e poi la focaccia e il vino di ieri sera che "San Martino castagne e vino" senza castagne, (scusa L. ma al supermercato ho avuto l'ispirazione e non ti ho nenache invitato!).

Buonumore e speranza.
Fosse sempre così.

lunedì 9 novembre 2009

Io odio il lunedì e l'uovo di oggi!

Non inizia per niente bene...non posso dare colpa a nessuno se non al destino avverso e ai tempi tristi che stiamo attraversando. Ora vi ammorbo lo so, ma ho un senso di colpa grande quanto una casa per il fatto di non aver ancora comprato un cazzo di biglietto per Brussels. Dico dico, prometto prometto e poi... sono una sola (nel senso di scarpa). No scusa Romì ma la tua sacrosanta tirata di orecchi di qualche giorno fa, sempre benevola figurati, con quello che è successo stamattina ora mi ha stroncato.
Allora ancora avvoltolata nella trapunta, non so bene che ora  tipo le 9.00 squilla il cell. Orario di richiesta di lavoro. Apro gli occhi, schiarisco la voce, prendo l'arnese infernale che dorme sempre placido e acceso accanto al mio orecchio perchè non si sa mai. L'asilo-nido dell'osservazione-zen. Gallina? " Scusa l'orario, volevo sapere visto se potevi fare una sostituzione immediata di tre giorni massimo una settimana che la febbremaiala ha fatto una strage e stanno tutti male?". Cerco di connettere. Cioè la tipa assunta e messa in prova è a casa con il febbrone e il suo bel contratto e hanno bisogno di una che si scapicolla per metterci una toppa. Cioè io che dovrei stare lì in meno possibile. Per tre giorni massimo una settimana. E sfanc***** senza preavviso le due orette di ripetizioni cadauno della classe sparsa dei miei pseudo-alunni. Cioè altro che gallina domani questo è un ovetto piccolo piccolo che rischia forse di mettere in dubbio l'altro uovo, che covo ormai da due anni. Ma è sempre un dubbio. Amletico. Soprattutto a prima mattina senza neanche aver fatto colazione. Rifiuto. Più per istinto che per razionalizzazione. E forse un po' per orgoglio.Il posto non sarà mai mio. E' solo una sostituzione,  io sono la prima della lista delle sostituzioni. Che traguardo!
In questa epoca del lavoro triste diventa sempre più difficile barcamenarsi. Lavori per poco e se hai altre offerte e sempre lo stesso poco, che però non puoi sommare all'altro poco per farlo diventare un poco di più. E lo stesso ti arrovelli il cervello per capire se in questo niente hai comunque fatto la cosa giusta manco mi fosse stato offerto il ruolo di amministratore delegato a New York invece di presidente a Los Angeles e non sai quale città ti piace di più per viverci! Bene.
Poi appena è tornata la corrente, che è una settimana che devono toglierci la corrente per lavori e dopo due falsi avvisi stamattina l'hanno fatto, ho mandato una mail ad una delle mamme della mia classe sparsa, sottolinenando che avevo rifiutato un impegno saltuario per correttezza nell'impegno già preso, e che sono disponibile a fare così in altre occasioni, se però il numero delle ore possa essere un po' più fisso. Almeno cercare di avere il massimo della frittata dall'uovo covato e curato da più tempo.
E poi ancora su internet a mandare curriculum.
Inizia la settimana. Mi sarebbe piaciuto se avessi avuto i soldi prima e anche un po' di intraprendenza o non so come dire a festeggiare la settimana dei compleanni a Bruxelles. Sarò lì sicuramente con il cuore. Un po' spezzato.

giovedì 5 novembre 2009

In questa casa, le tette ce le ho solo io!

Spaparanzati sul divano, nella giornata infrasettimanale di corta di Ale, una delle abitudini è quella di fare zapping nel fantastico mondo della televisione pomeridiana. Io come ho già appuntato da qualche altra parte su internet, è da un anno che sono in full immersion da tubo catodico (lo schermo lcd è morto presto e siamo tornati al 14pollici da casalinga teledipendente che la mette di sbiego sul frigo per tenerla vicina anche mentre cucina, ma per noi è l'unica scatola di immagini oltre il computer). E da settimane che l'interrogativo delle trasmissioni del primo pomeriggio è "perchè mio marito va a trans?". E giù a parlare preti, tele-psicanalisti, conduttrici e conduttori, giornalisti e pseudotali. Oltre le trans che giustamente dicono la loro sull'argomento, facendo capire che tutto quasto scandalo non è così scandaloso, visto che da anni rendono felici mariti tristi e poco entusiasti della loro banale e ipocrita vita. In attesa che qualcuno di questi abbia il coraggio di ammettere in pubblico il suo hobby preferito, oppure del vero amore della loro vita, perchè cacchio qualcuno si sarà anche innamorato del corpo e dell'anima che pagava, noi donne normali l'interrogativo forse non ce lo poniamo nemmeno. Non perchè siamo forti del nostro essere femmina imbattibile, ma perchè già sappiamo che una donna-più ha il suo fascino. E ognuno è libero di starci insieme. Ma magari senza impelagarsi in storie matrimoniali (anche due volte!) e in responsabilità genitoriali, che questo paese non è pronto a figli che possono andare a scuola tranquillamente, senza vergognarsi che la compagna del padre si fa la barba anche lei. Anche se sarebbe un bel paese davvero, se ciò potesse succedere.
Forse in un'altra galassia.
Io comunque che sono femmina, ma in tante cose molto più uomo di Ale (oggi io mangiavo nella mia supersexy canottiera rosa a pois, e Ale super coperto mi chiede: "Ma tu non hai freddo?"), coltivo da sempre il sogno di fare la DRAG-QUEEN! Cioè in tacco 15 e piume e glitter a cantare in playback le canzoni di Mina o degli Abba, sarebbe divertente! Ma sono bassa, stonatissima, con le gambe corte e ciccione e cellulitiche ( ho anche i peli però) e inciampo anche con le pantofole.
Quindi non posso biasimare chi preferisce un plus di femminilità.
Ma la sincerità prima di tutto, uomini per favore!
Non era Marte il pianeta maschile, simbolo di forza e udite, udite, CORAGGIO!
Speriamo influenzi un po' di più i pisello-dotati, quelli che non hanno voglia di mettersi le gonne, che a loro il coraggio deve essergli veramente compagno fedele per navigare nella vita.

lunedì 2 novembre 2009

Le comiche

Perchè uscire a mangiare una pizza con una amica non è una cosa semplice. L'altra sera ridevamo fino alle lacrime ripensando che l'estate prima siamo andati a magiare una pizza trastevere e ci siamo trovate, affamate, in pieno black-out di un unico isolato, quello della pizzeria scelta, e abbiamo aspettato almeno un'ora prima che la corrente tornasse e rendesse più facile al pizzaiolo stendere le nostre margherite. Quella situazione in cui dici "ora torna, ora torna, è inutile alzarci e cercare un'altra pizzeria che a quest'ora faremmo comunque la fila"e passa un'ora e forse avremmo fatto bene ad andarcene. Ma poi il cameriere casanova ci ha convinto a prendere un antipasto freddo, che era l'unica cosa possibile da mangiare, che ha riempito un po' il buco nero dello stomaco.
Ed è stata la prima comica.
L'estate scorsa dopo un lungo aperitivo di chiacchiere cioè molte chiacchiere davanti ad un unico bicchiere di spritz, abbiamo deciso di andare a mangiare una pizza visto che si erano fatte le 22.00. Ma la mia amica, sempre la stessa, ha avuto un attacco acuto di emicrania e svenimento, il ristoratore ci ha dato acqua e zucchero e appena ripresa giustamente abbiamo pensato che era meglio tornare a casa. Senza pizza.
La seconda comica. O quasi.
Venerdì sera le batte tutte. Decidiamo di fare la fila ad una pizzeria storica della capitale, forse più per nome che per qualità, ma dopo 15 anni di domicilio romano non avevo mai avuto occasione e pazienza di aspettare la fila, soprattutto di turisti stranieri. Venerdì sera si. In fila a chiacchierare. Tocca a noi. Entriamo e scopriamo che per velocizzare ci si siede allo stesso tavolo anche con altri avventori sconosciuti. A noi tocca una coppia di quarantenni. Un po' strani. Forse al primo appuntamento, visto che lei ordina per lui una capricciosa (il lui in questione era uscito a parlare al cellulare subito dopo aver preso posto al tavolo a quattro, al quale con un po' di disappunto ci eravamo sedute anche noi, e non era presente al momento dell'ordinazione) e lui dice: "No tutto tranne la capricciosa" e ri-ordina un'altra pizza. Mah. La gente è strana. Noi intanto chiacchieriamo per conto nostro (avevamo un notevole arretrato da recuperare) quando entrano i vigili urbani a parlare con la proprietaria alla cassa. Dopo un po' entrano i vigili del fuoco a parlare con la proprietaria alla cassa.
Io che sono cronista inside, intercetto un paio di mezze frasi e ripensando al fatto che poco prima c'erano delle persone che guardavano verso il tetto, deduco pompieri+forno al legna= va a fuoco il comignolo! E la pizza? Beh forse è una cosa da poco, spegneranno in un attimo, aspettiamo un pochino tanto abbiamo da parlare un sacco. Dalla trasmittente del pompiere si sentono benissimo le parole:"Non possono operare almeno fino a domani!". Panico. Cioè fame soprattutto. I proprietari non sono inclini a mandarci via. Noi ci preoccupiamo della cena in fumo più che andare in fumo anche noi, visto che in un palazzo del centro la possibilità di incendio è leggermente più alta con i soffitti di travi. Ma il forno viene chiuso e si sente scendere l'acqua. Usciamo e vediamo che è arrivato anche un'autopompa e i carabinieri hanno chiuso la strada. Bene per noi due mangiare una pizza è un'avventura!
Alla fine siamo andate ad un'altra pizzeria vicina, che ha guadagnato dell'incendio alla rivale un po' di clienti. Alla fine la pizza l'abbiamo mangiata, in un tavolo solo per noi. A parlare di amicizia, femminismo, donne, amore, lavoro, politica, progetti. E a ridere. Che la prossima volta cinese, o greco o qualsiasi altra cosa ma non pizza.
Che potrebbe ancora succedere?