martedì 20 luglio 2010

Posta del cuore cercasi

Quante volte "dopo" si vorrebbe scappare, rinchiudersi in casa, lontano da tutto, abbrutirsi a furia di televisione e cibo non sano. Dire. "Adesso basta, ma per sempre!".
Sono fuori dai giochi. Io non ci voglio riprovare mai più.
Non voglio illudermi mai più.
Ad una certa età quando ormai le delusioni non si contano, quando si, ci hai fatto il callo ma i calli fanno male non lo sapete?, quando ti sei scottata così tante volte che la speranza non sai neanche come si scrive, vorresti solo mettere in in freezer il cuore e la mente (con 'sto caldo!)e non pensarci più, mai più!

E ripercorri le tappe. Le volte, poche, che hai pensato "è quello della mia vita", quando puf! colpo di fulmine hai avuto la sensazione che quello che stavi cercando da sempre era lì solo per te, che era come averlo sempre conosciuto, quella metà ideale persa e ritrovata. Un sogno che si avvera e che come sogno scompare all'improvviso senza spiegazione, senza plausibile ragione.
Oppure quelli "tanto per" provarci che non si sa mai, non mi piace ma potrebbe cambiare, per passare il tempo. Le sfumature sono tante.
Quelli che ti hanno lasciato l'amaro in bocca, quelli che avresti voluto durassero per sempre, quelli che vorresti solo dimenticare, quelli che sono stato tempo sprecato, quelli che è l'esperienza che conta, quelli che fanno curriculum...

...si ragazze e ragazzi sto parlando di lavoro! Sono una reietta del mondo del lavoro, e adesso come all'indomani dell'ennesima storia d'amore andata a male, come disoccupata sto qui a leccarmi le ferite, a capire cosa fare, a lottare tra la voglia di lasciar perdere e la coscienza che dice dai non disperare, prima o poi...

E forse come l'amore devo smettere di cercarlo che poi lo trovi per caso. Ma mi sa che per me è stato più facile incontrare per caso l'uomo diventato mio marito ad una conferenza stampa, che un lavoro che mi desse da magnà.
Cosa vuole dirmi il fato?
Cosa devo fare?
Come interpretare i segni?
Quanto posso abbrutirmi?
Quando darmi una mossa?

E ho troppa paura di nuove delusioni, questa è la verità!
Non mi fido nè di me nè di qualsiasi altro datore di lavoro.

Se ti lasci scrivi alla posta del cuore, io a chi posso rivolgermi?

mercoledì 7 luglio 2010

Pianerottoli

Allora...
ho fatto l'orale. Ho svangato matematica. L'amica Romì, ad un passo dalla anestesia totale mi ha fatto capire come si trova il dominio e il segno di una funzione fratta. Una cazzata, a saperla. In fondo ho semi ammutolito la commissione parlando del mio percorso Moderno e Postmoderno impiantandolo sull'opera storiografica "Il Secolo Breve" di Hobsbawm, e poi la pedagogia di Bruner e l'educazione ai Media e Orwell e Marinetti e Montale. Domandona di filosofia su parallelo Schopenhauer-Kierkegaard-Sartre e poi Hegel. Mi è sfuggita la biografia di Saba. 'Nzomma bene. Brava. Bis. Ma al momento della correzione delle prove scritte... Sorpresa! Io che pensavo che la terza prova fosse andata così-così e invece: prova di italiano traditora!
Mah, una traccia aperta "Piacere e piaceri", tre dipinti tra le altre cose (Venere di Botticelli, La Danza di Matisse e i 3 Musici di Picasso), mi invento una mostra che affronta il tema se l'arte è piacevole oppure aspira alla universalità. E ci metto Kant della capacità di giudizio e l'irriducibilità del significato artistico, che per essere tale deve continuare a meravigliarci. E Wittgenstein del silenzio della logica di fronte all'arte. E le ipotesi di Warburg e Gombrich sul significato della composizione rinascimentale. E la gioia di vivere dell'arte di Matisse. Cioè il succo è che i colori e le immagini dell'arte sono belle, e questo è soggettivo, ma arte non si riduce a questo se no non attraverserebbe intatta il tempo.
Non so vi sto impippando?
Fatto sta che mi sa che ho impippato anche la prof-commissaria esterna di italiano che al compito mi ha dato 8. Su 15. Cioè insufficiente.
Io sono rimasta senza parole. Alla seconda prova scritta ho preso 15. E 12 alla terza. 35 punti a cui aggiungere i 18 di crediti e voto orale che non so quant'è. Voglio dire ho un'età e non sono i voti che fanno la differenza sulla maturità che credo di aver vagamente raggiunto già 16 anni fa. Ma una insufficienza alla prova di italiano. Io. Laureata in Storia dell'arte. Vagamente giornalista che un po' lo so come si fa un'articolo di giornale. Va beh... che dite faccio ricorso?

Fatto orale. Pomeriggio a mare caraibico con mammà.
Parto la mattina dopo alle 6.00 per arrivare a lavoro alle 12.00.
Mi assento così solo un giorno lavorativo.
Ennesima emergenza.
Ennesima sfuriata del capo. Si quello maschilista e maleducato. Quello lì.
Crisi di nervi, mia!
E ho detto basta,
Dimissioni immediate.

Cioè dopo due mesi di su e giù, lavoro di giorno e studio di sera, apertura degli orizzonti della psico-pedagogia, scoperta dei misteri di excel e dei ponti telefonici, mi ritrovo appena ritornata definitivamente a Roma, dopo essermi alzata alle 5.00 per essere stacanovisticamente sul posto di lavoro quasi in orario (cioè che io avrei un contratto a progetto e in potenza nè orari nè obblighi nè gerarchia), mi ritrovo di colpo senza lavoro e senza obblighi di studio. Disoccupata? In vacanza?

Un mini terremoto.
Chiudi la porta.
E per mo sto sul pianerottolo!