venerdì 23 ottobre 2009

Quando la volpe non arriva all'uva...

Dice che è acerba, costa troppo, arriva dal sudamerica e soprattutto fa ingrassare. Dopo una settimana di full immersion nell'asilo nido già citato, l'avventura è finita. Osservazione, osservazione, osservazione. A metà settimana sapevo già che la mia osservazione zen non avrebbe portato a niente, cioè sono una seconda scelta in caso di... E naturalmente per non disperarmi e pensare positivo ho cominciato a mettere sotto la lente tutte le cose negative di questo lavoro. Quella è troppo stitica, la capa dei capi è la solita tirchia nazista già conosciuta in altre occasioni precedenti, e in fondo si è sempre pagati troppo poco, e la cacca dei pannolini puzza, e i bambini hanno sempre il moccio...

Oggi pomeriggio, nonostante tutto, imperterrita, ho continuato la mia osservazione, perchè a me mi dicono le cose e io le faccio (no veramente, visto che Ale era a casa, ieri ho dato buca il pomeriggio e ho dormito sul divano tutto il tempo e poi pizza e fritti e dolci per limitare la mia isteria da ennesimo tentativo di trovare lavoro andato a male!) e prima di uscire di casa mi chiama la new-entry ripetizioni per dirmi che "grazie tanto, avrei voluto che rientrasse nel ciclo scolastico italiano, ma ai primi voti bassi ha avuto al crisi, l'ho fatta ritornare alla scuola straniera". Cioè due lavori persi in un solo pomeriggio. Che record. Il bello che mi veniva da ridere.
Cioè mi è passata per la mente l'idea di salire sullo scivolo di plastica del terrazzo dell'asilo e non scendere finchè non mi davano anche a me uno straccio di contratto al minimo sindacale da cui ricominciare la mia vita. Calcolando che lo scivolo mi arriva all'ombelico, ho desistito.

Quindi la porta si è chiusa e siamo in attesa del portone con la gallina e una bella frittata di uova di oggi non scadute.

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