venerdì 2 ottobre 2009

E io manifesto

Domani si va in piazza, qui nella capitale, per la libertà di stampa e con i precari della scuola. Beh io che sono così precariamente multitasking sono chiamata in causa a tutte e due le manifestazioni. Forse però scelgo solo la piazza della libertà di stampa, dove pare dovrebbe confluire almeno parte del corteo dei precari-scuola. Io non mi sento neanche più una precaria della scuola, ma più che altro una dispersa, una invisibile, passata di lì per caso. Ieri sull bus mentre andava a fare ripetizioni di italiano alla mia terzamedia italo-americana, che ancora mi sbaglia le doppie e si incazza quando in italiano non sono segnati gli accenti particolari, ho origliato la telefonata di una scuola ad una tipa seduta dietro di me che diceva laconicamente:"No, io sto lavorando fino al 30 giugno alla scuola media****, grazie!". Non mi sono girata neanche a vedere come era questa fortunata lavoratrice supplente annuale nella scuola sforbiciata di questa triste era gelminiana. Cioè invidiare qualcuno che sa che lavora 9 mesi e poi anche lei chissà. Ma cacchio nove mesi sono un'eternità! Io non ho mai avuto un contratto di nove mesi. Ma ci ho fatto l'abitudine. Non è una novità. E ci ripetiamo il mantra "Vabene, andràbene, iostobene". All'infinito. Ma andrà bene veramnte. Lo so. Lo sappiamo.

E oggi mentre uscivo di casa per comprare, sempre all'angolo, bresaola e ricotta (Ale il gentile si è alzato troppo tardi per comprarla lui!), mentre facevo raffreddare la tisana attiva-metabolismo che mi sono regalata ieri, sono incappata in suocera+nipotina (minchia 9 chili x 5 mesi di bambina, un "chiummo" a tenerla in braccio!).
Rapita, incastrata, immobilizzata. Cioè la verità ha pagato lei quello che dovevo comprare io (tutti i negozianti a farmi i complimenti per il "chiummo") più mi ha appioppato una busta di tre chili di frutta mista che non ho capito manco quando l'ha comprata (per il figlio Ale e per la sua compagna in bolletta! Forse ispiriamo pietà e compassione). Poi caffè a casa vicinatroppovicina della mamma del chiummo cioè quella che si chiama cognata, anche se nessuno si è ancora sposata e ufficilamente imparentata, che mentre prepara pappina, dolcemente e serenamente ti chiede quello che, come ho già detto, odio sentirmi chiedere: " Che fai?". Che faccio? Ma faccio la dieta, faccio cyclette, faccio ripetizioni, faccio che cerco lavoro.
Faccio cose, vedo gente. Domani spero di vederne un sacco di gente. Che tanta gente in piazza a volte riempe il cuore. Di speranza che tuttobene, tuttoandràbene. E sto bene.

2 commenti:

Laprof ha detto...

e stiamo proprio bene

Elisa ha detto...

mi raccomando, raccontaci com'è andata; quanta (e che) gente c'era; quanto è durata; le impressioni che hai avuto!
io non sono proprio tanto convinta, però non può non farmi piacere sapere che abbia avuto successo!!