mercoledì 2 dicembre 2009

La vigna di Lucia

Ammetto che parlo senza sapere proprio bene come è andata, che la fine del romanzo già citato, credo che la conoscano in pochi, per averla veramente letta. Renzo e Lucia  si sposano, fanno 'nna fracca di figli, diventano più benestanti e Renzo si compra una vigna che è simbolo della sua mentalità pre-borghese, che tanto piaceva all'autore Alessandro. Quindi dopo l'avventura la loro vita è serena, placida, tranquilla. Forse pure troppo? E Lucia si trasforma in Emma e attraversa in sottana il prato e il bosco che la dividono dal suo amante, tradendo il marito palloso. E diventa Lady Chatterley che perde la testa e i sensi per il cacciatore, vigoroso e molto maschio. Oppure diventa Dona Flor che con il secondo marito trova la vita serena  e tranquilla che il primo, dissipatore e giocatore accanito, ma anche sensualissimo e appagantissimo amante, non poteva darle. Ma con il primo fisicissimo fantasma continua a farci sesso. E se la salvadoregna Flor riesce a superare le difficoltà della vita con allegria e tanta buona cucina, Emma finisce la vita nella tragica e romanticissima assunzione di veleno (arsenico? cianuro? non ricordo!). Lady Chatterley deve scegliere tra l'amore e la società. Anna Karenina sceglie il binario. Lucia è una fortunona. insomma. Ma solo perchè viveva alla metà del 1600.
Cioè mettiamo che Lucia sta con Renzo, oggi. Vive nei dintorni di Napoli. E' appena maggiorenne. Don Rodrigo l'ha notata  tra centinaia di altre ragazze. Fotografie di ragazze in cerca del successo. Una delle tante si, ma si sa che Don Rodrigo ricco e potente, sceglie a caso come in un cesto di ciliegie, e a tutte dà soddisfazione. E da tutte sicuramente ne riceve. E la contatta. Ma la nostra Lucia non è timida nè riservata e non teme il giudizio degli altri nè il parere dei genitori. Agnese accompagna Lucia da Don Rodrigo. Ed è felice che abbia scelto la sua bella figliola. Che Renzo si fotta. Che ne può avere da un operaio di una seteria quando potrebbe avere il comando di tutte le seterie del paese. Cosa vuoi che sia un paio di sere nel palazzotto di Don Rodrigo a festeggiare con i bravi. Gli raserà la vigna? Sarà tacciata di puttanismo? Si faranno un sacco di chiacchiere in tv e sui giornali? La moglie di Don Rodrigo potrebbe risentirsi? Tanto meglio. La porta si spalanca. Sulla notorietà, il successo, la fama. Di qualunque tipo esse siano. Tanto il paese non ha più morale e non si chiede più il perchè delle cose. Si fa chiamare libertà ed emancipazione. E' solo l'ultima versione del maschilismo. Voglio solo il tuo corpo e solo il tuo corpo avrà successo. Dopo le feste del palazzotto, le chiacchiere, il divorzio di Don Rodrigo, le bugie tu e il tuo corpo, cara Lucia del 2009, siete immagine di una linea di intimo nel tuo paese su manifesti 6x3.
Hai raggiunto il tuo risultato. Hai giocato bene le tue carte.
Non siamo nel 1600 dei Promessi Sposi nè tantomeno della Lettera Scarlatta, dove un comportamento del genere avrebbe comportato portare l'iniziale di un insulto sul petto tutta la vita. Un marchio di infamia.

Sembrerò una patetica bigotta. Moralista e benpensante. So che la pubblicità segue solo le regole del marketing e quindi si sfrutta la notorietà dei corpi e dei visi. Ma cavolo, in questo paese si è azzerato un minimo di giudizio critico di vaga ispirazione etica e morale! Lo dico sempre, una punta di protestantesino ci avrebbe salvato!
E comunque sempre dalla parte di Hester Prynne!

1 commento:

romì ha detto...

ooooh!
finalmente hai fatto outing!
così ti posso chiamare annaglò, come ti chiamo da trent'anni (!).
Per i lettori, non è che io e annagloria abbiamo 106 anni, è che ci conosciamo dall'asilo praticamente!
Annaglò, io l'ho detto e lo ripeto, devi farci qualcosa con questo talento della scrittura. La pubblicità è l'anima del commercio e il fatto che hai fatto outing è già qualcosa. Continua così!
Ah, poi...no così tanto per dire...io ti aspetto qui, eh?