giovedì 2 luglio 2009

Il punto G

Alcune delle persone che mi leggono sanno che prima di questo blog, Lola scriveva su una rubrica chiamata "Singles and the city". Bel nome vero? Era che Lola in quel tempo era single e quando Lola è single non ha niente a che fare con le turbinanti avventure delle strabelle di NY. Lola più che single è zitella. Niente uomini all'orizzonte. Altro che Samantha! Lola era single è innnamoratissima. Dopo la cotta liceale (uno che non conoscevo neanche di persona, ma che ha abitato a lungo i miei sogni romantici), la cotta universitaria (uno a cui ho passato tutto il materiale di un esame, che ci si sedeva sempre vicini nell'aula I di Lettere, a cui ho avuto l'ardire di chiedere di uscire insieme e mi ha risposto:... "NO!") è arrivata la cotta alla soglia dei 30. Forse lo svalvolone più grande che io abbia avuto. Cioè se svalvoli per qualcuno senza concretizzare, lo svalvolo diventa così tanto struggente che dalla realtà si passa all'epica. L'amore perde il contatto con la realtà e si parte per il pianeta degli amori platonici mai realizzati. E se leggiamo Omero, tante descrizioni sono di sentimenti umani, ma tutto è permeato dei superpoteri degli dei olimpici. E lo sappiamo che Zeus non esiste no? E neanche quel gran figo di Apollo. Quindi gli amori irrealizzati, in cui io mi sono plurilaureata, sono una cosa altra dall'amore vero. Lo svalvolo maximus si chiamava G. Conosciuto durante uno dei campiscuola in giro per l'Italia. Entrambi impegnati. Quindi anche se l'ormone mi è partito quasi subito l'ho frenato. Censurato. Seppellito. Anche se avrei voluto distruggere a picconate la parete che divideva in albergo la mia stanza dalla sua. Un chiodo fisso il pensiero di G è diventato. Qualcosa a cui non passava giorno che non pensavo. Mai neanche uno. Per due anni. Un'amicizia è nata. Un'affinità elettiva. Qualcosa che, devo dire, prima non ricordavo di aver provato. Era l'uomo per me. Ero la donna per lui. Ma lui non l'ha capito, nonostante molteplici serate passate davanti ad una birra a parlare, parlare, parlare... L'ho insidiato nonostante avesse una ragazza, l'ho insidiato anche con la sua ragazza presente, perchè mi ci sono ritrovata a stare insieme a lui e lei. Lo so, penserete che non sono normale. O che l'amore fa fare veramente cose pazze. Forse frapporre la presenza dell'odiosissima fidanzata (per me non poteva essere altro che odiosa) era un tentativo di imbrigliare, una volta e per tutte, quello che ci calamitava l'uno verso l'altro, in una pura e semplice amicizia. Senza riuscirci. Anzi l'odiosissima fidanzata aveva capito tutto. e si comportava di conseguenza (noi donne siamo comunque più intelligenti). Quindi dopo aver volteggiato per due anni sulle montagnerusse aliene dell'amore impossibile, senza neanche un bacio, ho deciso che era meglio smettere. Cioè ho conosciuto altri uomini. ho sentito altre energie calamitanti e a poco poco il chiodo fisso si è allentato. Poi ho conosciuto Ale. E tirando le somme quelo che G. mi ha lasciato è stata la consapevolezza di quello che volevo da un uomo.
Lo dicono tutti i sessuologi che una volta trovato il punto G. è come andare in bicicletta. Non si dimentica più come si fa.

1 commento:

romì ha detto...

ma chi era quello del liceo? Io lo so e me lo sono dimenticato, vero?